(Italiano) Premier manifeste du réseau Ma(g)dalena International un réseau en mouvement

“Negli anni mi transformai:

fui santa, fui strega, fui puttana,

ma mai azzittì,

ma mai azzittì!,

Son forte e guerriera, io son,

ma zitta non sto, ma zitta non sto!”

Noi, persone socializzate come donne, art-iviste praticanti del Teatro delle Oppresse, formiamo la Rete Ma(g)dalena Internazionale, per vincere l’idea patriarcale che siamo sole, che siamo fragili e inferiori e che dobbiamo giustificare i nostri passi e sostenere il peso del mondo. Lottiamo per superare le oppressioni che si manifestano allo stesso tempo in tutti gli spazi che abitiamo e che limitano e impediscono la nostra dignità e possibilità di sviluppo, libertà e felicità. Vogliamo trasformare il mondo dalla solidarietà, dalla forza dell’affetto e della collettività. Sviluppiamo un’estetica propria che ci include ed è il nostro strumento di ricerca, creazione e produzione artistica per la trasformazione di questa realtà oppressiva.

Insieme vogliamo realizzare il sogno di una società basata nella giustizia, libera dall’ideologia capitalista di competitività, sfruttamento della persona umana e distruzione della natura. Una società senza razzismo, senza maschilismo, senza omofobia, senza lesbofobia, senza stereotipi ne mandati sociali e senza patriarchi, dove sia possibile reinventare e moltiplicare gli spazi di potere e diversificare chi li occupa.Lavoriamo per superare l’idea di genere come definitore di diritto, di spazio e di funzione sociale. Ricerchiamo le diverse forme di comprendersi donna come forza mobilizzatrice d’identità d’appartenenza tenendo in conto e valorizzando le pratiche culturali che ognuna desidera questionare. Tra noi siamo molteplici in origini, in culture, in etnie e razze, in classe sociale, in orientamento sessuale… Il nostro movimento si basa su riconoscimento e rispetto di quelle specificità. Prendiamo forte l’idea di collettivizzarci con l’obiettivo di creare il nostro potere (empowerment) dall’amore e la forza, la lotta
e l’espressività.

Da un processo dialettico e dialogico che riconosca la diversità di ogni territorio rapportiamo questi vissuti con le diverse sfumature d’oppressori che si inter-relazionano, come: classe, razza, genere e sessualità. Ci alleiamo con le estetiche popolari contrapponendoci alle estetiche dominanti quando riconosciamo l’importanza del simbolico, del corpo, dei canti, della danza, degli elementi originari ed ancestrali di ogni spazio. Ci vediamo avvolte nell’autocoscientizzazione e riflessione delle nostre riproduzioni
stereotipate verso la donna in genere e siamo in piede di guerra per abbattere qualsiasi pensiero o azione che ci unisca ai poteri di subordinazione sia nel nostro spazio o nel mondo.

La nostra estetica invita alla diversità di letture, alla molteplicità di sguardi sul mondo. Non cerchiamo un teatro di «genere» fatto da donne, tentiamo di esprimere un’estetica femminista Ma(g)dalena.

Ci impegniamo a scrivere la nostra propria storia in nome delle nostre ancestre, per le quelle che siamo ora e per quelle che verranno.

¡La rivoluzione sarà femminista o non sarà!

“Recuperare quel che Eva perse …” e Lilith, e le ancestre e tante altre enoi tutte…

Il territorio, la parola ed il corpo, il piacere, la autonomia, le libertà. Rifiutiamo il luogo di sottomissione, svalorizzazione e imprigionamento in cui storicamente questa società ci ha collocate. E perché ci rifiutiamo di riprodurre le oppressioni “naturalizzate” è che ci crediamo come uno spazio di rafforzamento (empowerment), libertà ed autonomia per incontrarci, riconoscerci, efortificare le nostre lotte.

“..senza chiedere permesso, ne per entrare, né per uscire dal paradiso”Combattiamo tutte le forme d’oppressione; attraverso la riapropriazione dei mezzi di produzione artistica e azioni sociopolitiche concrete e continuate.

• Lottiamo per la conquista dei nostri diritti sessuali e (non) riproduttivi.
• Lottiamo per rompere con stereotipi eteropatriarcali.
• Lottiamo per terminare coi privilegi ed essere libere, e anche per riconoscerne i propri e trasformarli.
• Lottiamo per creare nuove forme di rapportarci dalla sororità (solidarietà vissuta nello stesso corpo) e l’organizzazione, rispettando i processi individuali e di gruppo
Il nostro impegno politico è dai femminismi riconoscendo le nostre differenze; sapendoci capaci d’una allegra ribellione che ci potenzi per decolonizzare i nostri corpi, i nostri vincoli e gli spazi che abitiamo.
• Il nostro impegno è questionarci costantemente nelle nostre pratiche quotidiane, per trasformare funzionamenti propri che rafforzino l’eteropatriarcato.
• Il nostro impegno è coinvolgerci con le comunità dove stiamo e i loro movimenti ed organizzazioni sociali, fortificando, moltiplicando e articolando processi di trasformazione sociale da e per le oppresse.
• Rifiutiamo pratiche elitiste e lavoriamo per creare alleanze, per me , per noi e per le altre.

 

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